IL QUINDICI DELL'OTTAVO MESE

Pubblicato il da stefy.stefy

IL QUINDICI DELL'OTTAVO MESE
 
Sono le 9, di una mattina al mare. Il sole è alto già, caldo anche.
Intorno un sacco di voci, come fossero le 11. Da destra una litania cantata.
In ogni dove profumi di cucinato, quelli buoni del soffritto e quelli intensi della griglia. 
Inizia all'alba, il Ferragosto, quello dei ragazzi che si svegliano presto o non vanno a dormire per aspettare il nuovo giorno e salutarlo sul mare. Perchè vedere il sole che scende e si spegne  arancionando l'azzuro del cielo e il blu dell'acqua è intenso, avvolgente e pieno, ma guardare il sole che sorge dal mare, illuminando il buio della notte è riempente. E tutto dipende dalla parte dello stivale in cui sei, se ti riempi del nuovo o ti giovi del pieno.
Continua indaffarato il Ferragosto, con le mamme che si affacendano a pulire il pesce e a marinare le carni che i papà griglieranno. E i bambini non capiscono l'agitazione del giorno, che per loro è uguale ad un altro, ma più pieno di elettricità.
E per me il Ferragosto ideale è nella città vuota dalla gente, miraggiata dal sole, calda dell'afa non diratata e intensa dei soli palazzi immobili.
Mangerò in confusione, convivierò in compagnia, avendo goduto della sola prima mattinata, prima che il popolo vacanziero riempisse lo spazio del meraviglioso silenzio di un nuovo giorno. 
 
 
 

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