LA FATICA DELLE PERSONE

Pubblicato il da stefy.stefy

LA FATICA DELLE PERSONE
Perché le persone le piacevano tantissimo, le frequentava spesso, scegliendo di farlo.
Perché era convinta che dalle persone si potesse imparare molto, era aperta a conoscerne di tutti i tipi.
Perché l’intelligenza emotiva passa anche dall’esperienza nella capacità relazionale e voleva che la sua si accrescesse, faceva, a volte, tante fatiche  diverse.
Perché pensava di potere dare alle persone, anche,  cercava lo scambio.
 
Le piacevano gli intellettuali, che parlano forbito e amano i particolari perché sanno tutto, ma …. solo della propria materia. Hanno letto tutti i libri o tutti i manuali o visto tutti i film o fatto tutte le esperienze. Come se di una città si percorressero le strade più importanti, quelle più funzionali e dirette, ma si evitassero i piccoli vicoli in cui perdersi, in cui si trova un po' dell'anima del posto. 
Sono così distanti da lei che non sa mai tutto di un regista o che non legge mai le recensioni di un libro, perchè lo sceglie dall’autore o dalla copertina, perché scoprire direttamente é bello, praticarlo di più. Sicuramente non si può prescindere dallo studio, ma si può imparare rotondo, scegliendo le sfumature preferite e affiancando note personali alla letteratura esistente.
E’ facile con loro, si ascolta, si fanno domande, permettendo di farli  sentire a proprio agio, in qualcosa in cui si sentono completamente confidenti. Deve solo sperare che la materia la interessi, altrimenti non sarebbe capace di partecipare alla conversazione e non ne varrebbe la pena. Se non puo' partecipare non le piace, mai. 
Da loro apprendeva la precisone. 
 
Amava gli iperattivi, quelli che fanno 1000 sport e tutti bene, quelli che sanno cucinare, sanno sempre cosa bere, dormono poco perché hanno bisogno di vivere ogni momento e ogni momento è occasione di praticare per essere perfetto,  che è diverso da imparare cose nuove. É praticare per perfezionare un’arte appresa, per essere ineccepibile. 
E le piace la spinta colma di ardore e forza con cui si votano al sacrificio dello sforzo, perché in quello trovano il piacere.
Sono così distanti da lei, che fa ciò che le piace, perché le piace. Certo la fatica é importante, fondamentale per progredire, ma deve bilanciare il piacere, sempre. 
É facile con loro. Non è mai  in competizione per essere la migliore, perché non è quello che le interessa. 
Le piace migliorarsi, certo e vuole continuare ad imparare, ma sa che non sarà mai perfetta, per fortuna, e che nelle piccole e grandi imperfezioni trova la sua particolarità. 
Da loro imparava la dedizione. 
 
 
Apprezzava le persone che si scavano una tana, all’interno della quale stanno bene, tenendo fuori il resto del mondo, perché a loro le persone piacciono, si,  ma solo a piccole dosi. Con loro tutto è il giusto: entusiasmo il giusto, piacere il giusto, fatica il giusto, compagnia il giusto. É come se dalla moltiplicazione non si volesse passare all'esponenziale.
Sono così diversi da lei, che adora gli eccessi, passando attraverso il più  profondo vittimismo, ma arrivando alla più entusiasmante felicità, perché le emozioni le piacciono.
Con loro è un po’ faticoso,  ma accrescente, perché deve imparare a dosarsi. 
Da loro imparava la moderazione. 
 
Un po' di fatica è sana, quando la fatica diventava  troppa per lei, pero',  non riesce a scambiare  e  non può più avere nessun tipo di connessione. Non è più in grado di dare, ma neanche aperta a ricevere,  perché la connessione passa per la libertà di dire  "quanto mi hai contrariato o quanto mi piaci", con la consapevolezza che questo potrà essere gestito da entrambi. E' la paura di ferire irrimediabilmente le persone, nell'essere se stessi, che crea limiti e non permette lo scambio. 

Scientificamente siamo portati a condividere con persone che sono più vicine ai nostri approcci di vita, perché é meno faticoso: accendiamo i neuroni che maggiormente usiamo con loro e percorriamo le sinapsi che sono maggiormente lubrificate perché più usate;  perché non contrastiamo i nostri bias cognitivi e non li dobbiamo mettere in discussione.
Umanamente peró, siamo portati a progredire e progrediamo quando usciamo dai nostri schemi, cerchiamo visioni alternative, dandoci possibilità altre; faticando certo, ma anche ampliando le nostre sinapsi e utilizzandone alcune che non percorrevamo da tempo, aprendo a cose nuove e dandoci la possibilità di scelta. E la scelta ci permette di essere protagonisti della nostra vita. 
Usando le passioni, che ognuno approccia per motivi diversi, chi per aiutarsi a superare dei limiti, chi per piacere, chi per noia, trovava nella passione comune, quel filo che la legava a persone estremamente diverse da lei e che  imbastiva connessioni estremamente dirompenti, che creano nuovi modelli di abiti improbabilmente vestibili, ma, a volte, estremamente comodi. 
A volte si cuciono legami molto stretti, quando i lembi tendono a combaciare, a volte solo appoggi di ritagli che provano a unirsi, senza riuscirci. 
Ma é sempre bello provare a fare un modello nuovo, dalla varietà delle differenziazioni. 
 
 
 
 
 
 
 
 

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