IL FAVOLOSO MONDO DI SOFIE

Pubblicato il da stefy.stefy

Nel favoloso mondo di Sofie non si condivide, ma si divide, la divisione moltiplica e la moltiplicazione esaspera.

Nell’illusione di parole pensate che formano fumetti a nuvola che si dissolvono nell’aria, il respiro uscendo si condensa in una nebbiolina densa.

E quello che c’è dentro si scontra con quello che c’è fuori e per compensazione, cambia la sua forma e un po’ la sua sostanza.

E’ favoloso perché il mondo è favoloso e perché ogni cosa che si fa o si dice rende favoloso ciò che c’è intorno.

E’ favoloso perché è di favola, incredibile e inconcepibile. E’ favoloso perché non ci vuole credere; è favoloso perché esistono i mostri, ma anche le fate ei maghi. E’ favoloso perché irreale nella sua concretezza.

 

Sofie abita da sola e vive da sola la sua vita. Conosce persone, frequenta gente, ma non vive gli individui.

E’ aperta e solare, è sognatrice precisa di un mondo programmato dalla sua sola interazione con l’esterno, per minimizzare gli scostamenti dalle proiezioni del suo immaginario. Gli avvenimenti non sono però sempre come li immagina e cosi i due mondi, quello favoloso e quello reale si incontrano ma hanno una parte di intersezione e mantengono le loro integrità distinte.

 

Ha la sua casa, ha la sua abitudine, ha la sua routine, ha il suo vivere, che incastra nelle superficiali interazioni con il resto del mondo, il lavoro e lo svago.

 

Poi quel lontano giorno di una primavera appena iniziata, incontra un lui, che come lei, vive la sua vita staccata un po’ dal mondo come un insieme che per una piccolissima parte si interseca con il resto, ma che rimane, nella sua sostanza un insieme a se stante.

 

La primavera è un periodo di rinascita per la natura e di risveglio per le persone, che seppure lo hanno dimenticato, sono parte del meraviglioso mondo della natura.

 

E i sensi si acuiscono e i sensi parlano e i sensi vogliono e le persone si aprono, e gli individui si incontrano e si scontrano e si fondono.

 

Per caso o per fortuna o per fato si trovano, si conoscono, si confrontano e  iniziano un percorso parallelo.

Due rette parallele camminano insieme all’infinito senza mai incontrarsi.

Appagano i sensi mentali e quelli fisici con il loro cammino parallelo, completano la parte di intersezione nel mondo rafforzandola e creando una parte comune di compartecipazione che si riempie e si ampia con il passare del tempo e l’andare degli eventi.

 

Due persone, due vite, due mondi che si ritagliano un paradiso di appagamento e crescita.

Ma le loro vita camminano parallele e vicine, ma non si incontrano mai.

 

Il rapporto è intenso e maturo da subito, perché maturi da subito sono loro. I frutti del rapporto colti e divorati gratificano la fame di condivisione dei due individui e l’intesa di non coinvolgimento totale di non invasione degli spazi individuali è anche condivisa.

Poi il tempo passa intrecciando le abitudini e i modi e le vite  e, più difficile è mantenere distinte le identità che si stanno fondendo e sempre più profondamente intersecando; perché il favoloso si moltiplica, perché insieme si condivide, perché condividere moltiplica la felicità e divide il dolore. E allora loro si crogiolano nell’uno per due e nel due per uno.

 

Succede però che le loro individualità cosi esasperate, non lascino lo spazio necessario alla parte di intersezione e tendano ad assorbirla e non trovino l’equilibrio e incrinino l’idillio che credevano esistesse.

 

E allora l’egoismo dell’individuo prevale sulla condivisione della coppia e la condivisione diventa divisione da se stesso e dall’altro e moltiplica le incomprensioni e esaspera gli animi.

 

E cosi i due mondi recuperano terreno sulla parte di intersezione, fino a da annientarla e riportare i due pianeti ad essere lontani e indipendenti l’uno dall’altro e staccati tra loro.

 

Cosi Sofie vive nel suo favoloso mondo tra una intersezione e l’altra e ogni volta il distacco è duro e ogni volta si porta via un pezzettino di lei.

Allora ci si chiede se valga intersecare per poi distaccare, se vale condividere per poi dividere.

E allora ci si chiede se valga la pena dell’intensità del vissuto a fronte dell’intensità del perso. E allora ci si chiede se pesi di più il bello vissuto per un pur breve periodo, rispetto al brutto del dopo, all’abbandono del poi, al vuoto che segue.

 

E ci risponde di si, perché amare è bello, condividere è stupendo, parteggiare è meglio. E l’uomo è un animale da branco che cerca di stare da solo convincendosi che la mancanza di vincoli lo liberi, ma la libertà soffoca talvolta e allora per riprendere aria si deve respirare con qualcuno e riempire le sacche per poter affrontare un altro periodo di secca.

 

E la ciclicità della vita caratterizza ogni noi: qualcuno riesce a chiudere un solo enorme cerchio, tali altri ne disegnano diversi, aprendoli e chiudendoli. Sofie, nel suo favoloso mondo chiude cerchi, gonfiando bolle che poi scoppiano, ma respira l’aria delle bolle e ne aspira gli odori colmando i suoi umori, pronta a ripartire nel suo immaginario favoloso mondo e paga il suo prezzo ogni volta per il suo momento di felicità condivisa.

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